(le nostre parti: È il ciel sereno, Pastori intorno, Cinto il crine, Gloria e onore al giovinetto, Nume pietoso)
Una specie di villaggio in mezzo alla montagna.
A destra dell’attore un torrente che va a perdersi
sulla sinistra in mezzo alle rocce.
In lontano le alte montagne della Svizzera.
Sopra una roccia, a sinistra dell’attore, la casa di Guglielmo:
sul davanti altre capanne.
Scena I
Coro di svizzeri d’ambo i sessi. Un pescatore nella sua barca sul torrente.
Guglielmo pensoso, appoggiato alla sua vanga;
Edwige e Jemmy intenti a vari lavori rustici.
CORO
È il ciel sereno,
Seren il giorno,
Tutto d’intorno
Parla d’amor.
L’eco giuliva
Di questa riva
Ripeta il giubilo
De’ nostri cor.
Coll’opre ognun
Poi presti omaggio
Del mondo ognor
Al Creator.
(torna su)
PESCATORE
(nella sua barca)
Il piccol legno ascendi,
O timida donzella,
Deh, vieni, e pago rendi
Il tenero mio cor.
Io lascio il lido, o Lisa;
Non sii da me divisa;
Il ciel sereno è pegno
A noi d’un grato dì.
GUGLIELMO
(a mezza voce)
Dolce è per lui la cura
Del foco ond’arde in seno,
Né prova il rio veleno
Che mi divora il cor.
Perché vivere ancora,
Or che non v’è più patria?
Ei canta, e Elvezia intanto,
Ahi, quanto piangerà !
PESCATORE
Gentil come la rosa
D’un bel mattin nascente,
Potrai d’un ciel fremente
Placar, ben mio, l’orror.
Ed al tuo fianco assiso
Novella vita io spero;
Proteggerà il mistero
Le gioie dell’amor.
EDWIGE e JEMMY
Felice nell’orgoglio
D’un tenero abbandono,
Delle tempeste il suono
Non desta in lui timor.
Ma se al temuto scoglio
Lo tragge avversa sorte,
L’inno unirà di morte
A’ canti dell’amor.
Odonsi a poca distanza suoni e grida di gioia.
TUTTI
Oh! quale alta d’intorno
Dolce armonia risuona!
Di festa il lieto giorno
Ne viene ad annunziar.
Del sol siccome il raggio
Risplende a’ fior sereno,
La gioia di ogni seno
Rivive e sente amor.
Scena II
Melchthal dalla collina, seguito da altri svizzeri.
Arnoldo e detti gli vanno incontro, e lo festeggiano.
CORO
Salute, onore, omaggio
Al saggio tra i pastor.
(torna su)
EDWIGE
Il rito si rinnovi
Di tempi men funesti,
E premio alfin ritrovi
La fedeltà , l’amor.
ARNOLDO
(a parte)
L’amore… oh Dio!.. l’amore!..
Oh, qual pensier!.. io gelo!
EDWIGE
(a Melchthal, pregandolo
a voler celebrare le nozze dei pastori)
Per te fien lieti.
MELCHTHAL
Per me?
EDWIGE
(come sopra)
Ognuno il fia per te.
GUGLIELMO
(come sopra)
Della virtù degli anni
Il privilegio è questo;
Cedi, e giammai funesto
Il ciel per noi sarà .
MELCHTHAL
(cedendo alle istanze che gli vengono fatte)
Pastori, intorno – Ergete il canto,
Di questo giorno – S’innalzi il vanto.
Sì, sì, esultate, – Sì, celebrate
Le pure gioie – D’imene e amor.
TUTTI
Or sì, esultiam, – Sì, celebriam
Le pure gioie – D’imene e amor.
Al fremer del torrente
S’alzi di gioia il grido,
E l’eco dolcemente
Da questo ameno lido
Ai monti, al bosco, al piano
Il suon ripeterà .
Il coro parte.
Scena III
Guglielmo, Melchthal, Arnoldo, Edwige, Jemmy.
GUGLIELMO
Contro l’ardor del giorno
Il solingo mio tetto
V’offra sicuro ed ospital ricetto.
Ivi, nel sen di pace,
Vissero gli avi miei;
Ivi fuggo i potenti,
E a’ sguardi loro ascondo,
Che, padre essendo, io son felice al mondo.
(abbracciando il figlio)
MELCHTHAL
Egli è padre e felice…
L’udisti, figlio mio?
Questo è il maggior de’ beni. E vorrai sempre
Della mia lunga età schernire i voti?
La festa de’ pastori
Con un triplice nodo
Consacra in questo giorno di contento
I giuri dell’imen… ma il tuo non sento.
Partono tutti, fuorché Arnoldo.
Scena IV
Arnoldo solo.
ARNOLDO
Il mio giuro, egli disse!
Il mio giuro?.. Giammai. Perché a me stesso
Celar non posso in qual fatale oggetto
Son rapiti i miei sensi?
O tu la di cui fronte al serto aspira,
O mia Matilde, io t’amo,
T’adoro e l’onor mio
Per te, il dover, la patria, il padre oblio!
Contro la micidial valanga io fui
Di scudo a’ giorni tuoi;
Figlia di regi, io ti salvai da morte,
Te che al trono destina empia mia sorte.
Ebbro di vana speme
Il cor, che per te langue,
Tutto per gli empi prodigò il suo sangue.
Aver comun con essi
La gloria delle pugne,
Ecco la mia vergogna. I pianti miei
L’han però cancellata…
Ma me la rende una passione ingrata.
(Odesi un lontano suono di caccia.)
Ma qual suon!.. Del superbo i rei seguaci
Scendon dal monte… Oh Dio!..
Ivi è Gessler, e seco è l’idol mio!..
Veder e udir io voglio
Colei che m’innamora…
Reo sarò forse, ma felice ancora.
(fa per allontanarsi, quando incontrasi in
Guglielmo ch’esce dalla sua capanna)
Scena V
Guglielmo e detto.
GUGLIELMO
Arresta… Quali sguardi!..
Tu tremi innanzi a me,
Né mi vuoi dire ond’ardi?
Tremar, tremar perché?..
ARNOLDO
(Potrò mentirgli il vero!)
Domi da un fato austero,
Qual cor non fremerà ?
GUGLIELMO
Arnoldo, il ver tu celi;
Ma forza è che tu sveli
Il tutto all’amistà .
ARNOLDO
Esser potrei più misero?
GUGLIELMO
Misero! Quai misteri!
Parlami il ver.
ARNOLDO
Che speri?
GUGLIELMO
Di rendere al tuo core
L’onore e la virtù.
ARNOLDO
(Ah! Matilde, io t’amo, è vero;
Ma fuggirti alfin degg’io.
Alla patria, al dover mio
Io consacro un puro amor.)
GUGLIELMO
(Nel suo volto io leggo appien
Qual dolore ha chiuso in sen;
S’egli infido a noi si rese,
Il rimorso alfin intese
E emendar col pentimento
Può l’antico disonor!)
Via, si tronchi ogni dimora:
Sol vendetta anela il cor.
ARNOLDO
Morirò, se vuoi ch’io mora.
GUGLIELMO
Pria sia spento l’oppressor.
ARNOLDO
Contro l’empio qual consigli
Forte appoggio?
GUGLIELMO
Nei perigli
Non ve n’ha che un sol per noi:
Mille al reo ne restan poi.
ARNOLDO
Pensa a’ beni che tu perdi.
GUGLIELMO
Non li curo.
ARNOLDO
Qual mai gloria
Dai perigli puoi sperar?
GUGLIELMO
Io non so se avrommi gloria,
Ma la sorte io vo’ tentar.
Vieni, andiam: fia l’empio estinto.
ARNOLDO
Tu dunque speri?..
GUGLIELMO
Cangiar mia sorte.
Vieni a cercar con me vittoria o morte.
ARNOLDO
E vincer credi?
GUGLIELMO
Coll’ardir.
ARNOLDO
Ma se infelici…
GUGLIELMO
Non temer.
ARNOLDO
Qual ne resta asil, se vinti…
GUGLIELMO
V’è la tomba. Vieni, andiam.
ARNOLDO
E il vendicatore?
GUGLIELMO
Il ciel!
ARNOLDO
Teco sarò, Guglielmo,
Allor che della pugna
L’ora sarà .
Si ode un suono di caccia.
GUGLIELMO
(lo trattiene)
T’arresta.
ARNOLDO
(Contrattempo fatal!)
GUGLIELMO
Melchthal, Melchthal!..
(Si sente di nuovo il suono di caccia.)
Che sento! Egli è Gessler… Mentr’ei ne sfida,
Vorrai tu, da schiavo codardo,
La grazia ambir d’un disdegnoso sguardo?
ARNOLDO
Qual dubbio!.. oh ciel! qual dubbio!
Mortal è quest’oltraggio;
Io vo’ sul suo passaggio
Sfidare il traditor.
GUGLIELMO
Non azzardar l’impresa,
Pensa a salvare il padre,
Dalle nemiche squadre
La patria a liberar.
ARNOLDO
(La patria!.. il padre!.. oh amore!
Che far?)
GUGLIELMO
Resisti?.. (Ei freme…
Il vero mi celò.)
Odi il canto sacrato ad Imene;
Non rammenti il pastor le sue pene,
Non s’unisca il piacere al dolor.
Tu seconda il furor di che m’ardo:
Odio e morte a quel vil traditor.
ARNOLDO
(Ciel, tu sai se Matilde m’è cara,
Ma il mio core s’arrende a virtù.)
Odio e morte a quel vil traditor.
Odonsi avvicinare festivi suoni campestri.
Scena VI
Jemmy, Edwige, il Pescatore, Melchthal, coro di svizzeri,
tre fidanzate ed i loro sposi, e detti.
EDWIGE
Il sol che intorno splende
Sembra arrestarsi a mezzo del suo corso
Per avvivar così leggiadra festa.
Venerabil Melchthal,
Voi saggio in fra i pastori.
Voi benedite ai loro casti ardori.
Le tre coppie si avanzano e s’inginocchiano ai piedi di Melchthal,
che si è seduto sovra un banco di verdura allestito dai contadini.
ARNOLDO
(Oh smania!)
MELCHTHAL
(agli sposi)
Allor che il cielo
La vostra fede accoglie,
Benedirvi degg’io,
GUGLIELMO
Chi la vecchiezza onora,
Lo stesso nume in sulla terra adora.
JEMMY, EDWIGE, ARNOLDO, PESCATORE e CORO
Ciel, che del mondo,
Sei l’ornamento,
Splendi secondo
Al lor contento.
Puro è l’affetto
Nel loro petto
Come la luce
D’un dì seren.
ARNOLDO
(Il lor contento
M’è al cor velen.
Oh mio tormento!
Fatale amor!)
MELCHTHAL
(agli sposi)
Delle antiche virtudi
L’esempio rinnovate.
O figli miei, pensate
Che il suol ove nasceste al vostro imen
Domanda degli appoggi, de’ custodi.
E voi, gentili, a lor fide compagne,
Chiusa è nel vostro petto
La lor posteritade. I figli vostri
Degli avi lor fian degni;
Da voi la patria attende i suoi sostegni.
Odesi di nuovo il suono di caccia.
GUGLIELMO
(Gessler di nuovo!)
ARNOLDO
(partendo inosservato)
Andiamo.
Scena VII
Detti, meno Arnoldo.
GUGLIELMO
(agitato)
(Gessler proscrive i voti!)
Udite l’empio! ei grida
Che non abbiam più patria,
Che per sempre la fonte è disseccata
Del sangue de’ gagliardi
E pur troppo noi siam vili codardi!
Un popol senza forza
Non produce più eroi
E ai figli son serbate
Le catene che voi pur trascinate,
Donne, dal talamo scacciate i vostri
Sposi: ai tiranni non mancano schiavi.
EDWIGE
(a Guglielmo)
Quai t’agitan trasporti?
Perché liberamente sien palesi
Il dì sorgea?
GUGLIELMO
Lo spero…
Ma più Arnoldo non vedo.
JEMMY
Ei ne lascia.
GUGLIELMO
Ei mi fugge.
Pur cela indarno il turbamento suo.
Volo ad interrogarlo,
(ad Edwige)
E tu ravviva i giuochi.
EDWIGE
M’agghiacci di spavento,
E mi parli di festa?
GUGLIELMO
Cela il fragore ai rei della tempesta.
Può soffocarla della gioia il canto.
Fia che l’odano i crudi
Quando le prische avrem nostre virtudi.
(parte)
Scena VIII
Detti, meno Guglielmo.
TUTTI
Cinto il crine
Di bei fiori,
Tra gli amori
Scendi, Imen.
Teco alfine
Pace scenda
E ne renda
Lieti appien:
Per te solo
Tace il duolo,
Per te lieto
Vive il cor.
Muta resta
La tempesta
Nelle gioie
Dell’amor.
Qualche calma
Spera l’alma
Nell’ebbrezza
Del piacer.
(torna su)
Mentre cantasi il coro, si eseguiscono danze e diversi giuochi,
fra i quali quello di tirare colla balestra in un bersaglio,
che finalmente viene colto da Jemmy,
al quale è rivolto il seguente:
CORO
Gloria e onore al giovinetto,
Ch’ebbe il premio del valor.
JEMMY
(correndo alla madre)
Madre mia!
EDWIGE
(abbracciandolo)
Qual sommo bene!
CORO
Di destrezza il premio ottiene;
Di suo padre ha in petto il cor.
(festeggiando Jemmy)
Si cinge il pro’ guerriero
Di ben temprato acciaio,
E indossa un rozzo saio
Il semplice pastor.
Ma dove onore il chiama
Perir da forte ei brama,
E il dardo suo penetra
Le ascose vie del cor.
(torna su)
JEMMY
Ecco colà , tremante,
E reggendosi appena,
Madre, un pastor s’inoltra…
PESCATORE
Egli è il bravo Leutoldo.
Qual frangente lo guida?
Scena IX
Leutoldo e detti.
LEUTOLDO
(affannoso, appoggiandosi sopra una scure insanguinata)
Salvatemi!… Salvatemi!..
EDWIGE
Che temi?
LEUTOLDO
Il loro sdegno…
EDWIGE
Parla. Chi ti minaccia?
LEUTOLDO
Quell’empio, che giammai
Perdona; il più crudele,
Di tutti il più funesto…
Deh! mi salvate, o tra voi spento io resto.
MELCHTHAL
Che festi?
LEUTOLDO
Il mio dovere.
Solo di mia famiglia
Lasciommi il cielo un’adorata figlia:
Un vil ministro del governatore
Rapirla osava al mio paterno amore…
D’Edwige io sono padre,
Difender io la seppi.
Quest’arma mia l’oppresse…
(mostrando la scure intrisa di sangue)
Ah! lo vedete voi? quest’è suo sangue.
MELCHTHAL
Oh ciel!.. chi lo sostiene?
Tutto pe’ giorni suoi temer conviene.
LEUTOLDO
Sopra l’opposta sponda
Un certo asil m’avrei… Deh! mi vi guida
(pregando il Pescatore)
PESCATORE
Il torrente e la rocca
Vietano avvicinarsi ove tu brami;
E l’affrontarli, o misero,
E darsi a certa morte.
LEUTOLDO
Oh quanto ingiusto
Sei meco! all’ultim’ora
Non oda i tuoi rimorsi il sommo Nume.
Scena X
Guglielmo e detti.
GUGLIELMO
(Egli sparì, né a rinvenirlo io giunsi.)
CORO DI SOLDATI
(di dentro)
Leutoldo! Sciagurato!
LEUTOLDO
Gran Dio! tu sol mi puoi salvar.
GUGLIELMO
Io sento
Minacciar e dolersi…
LEUTOLDO
Oh mio Guglielmo!
Crudo destin m’opprime…
Mi si persegue: non son reo, mel credi.
E per sottrarmi al mio crudel destin
Questo mi resta solo arduo cammin.
GUGLIELMO
Tu l’odi, pescator, lo salva…
LEUTOLDO
È vano!
Come il tristo Gessler
Egli è per me crudele.
GUGLIELMO
(Sventurato!..) che apprendo!
Ma s’ei lo nega, io di salvarti intendo.
CORO DI SOLDATI
(di dentro)
Chiede sangue l’assassinio,
E Leutoldo il verserà .
GUGLIELMO
(a Leutoldo)
Vieni, t’affretta… Addio.
EDWIGE
Tu a morte vai…
GUGLIELMO
Ah, non temere, Edwige:
Trova sicura guida
L’uomo che nel cielo interamente fida.
(scende in battello, e vogando parte con Leutoldo)
Scena XI
Rodolfo con coro di soldati e detti.
CORO DI SVIZZERI
(inginocchiati e volti verso il battello che vedesi lottar coll’onde)
Nume pietoso,
Dio di bontà !
Il suo riposo
Da te verrà .
Salvar clemente
Tu puoi, Signor,
Dell’innocente
Il difensor.
(torna su)
RODOLFO e CORO DI SOLDATI
(da lontano)
Di morte e scempio
È giunta l’ora.
Sciagura all’empio!
Convien che mora!
Guglielmo ha sorpassato il punto più difficile del tragitto
e vedesi approdare felicemente all’opposta spiaggia.
In questo momento entrano Rodolfo e soldati.
JEMMY ed EDWIGE
Egli è salvo!
RODOLFO
Oh mio furor!
CORO DI SVIZZERI
Superato ha il rischio omai.
EDWIGE, JEMMY e MELCHTHAL
(Non invano il ciel pregai.)
RODOLFO
M’è d’oltraggio il lor godere.
JEMMY e MELCHTHAL
(Ah! perché, perché l’etade
Non risponde al mio desir!)
CORO DI SVIZZERI
(Mugge il tuon sul nostro capo:
Di tempesta egli è forier…
Fuggiam, fuggiam…)
RODOLFO
Restate,
E tosto a me svelate
Chi l’assassino ha salvo,
Chi ‘l trasse in sicurtà .
Orsù, obbedite, o chi tace cadrà .
I soldati circondano gli svizzeri.
JEMMY ed EDWIGE
(Che sento!.. ohimè!)
CORO DI SOLDATI e RODOLFO
(Treman tutti di già .)
PESCATORE, MELCHTHAL e CORO DI SVIZZERI
(Già m’ingombra il terror!
Di noi che mai sarà ?)
JEMMY, EDWIGE e CORO DI SVIZZERI
(Pietoso cielo, accogli
Il voto, il priego nostro!
Dall’ira di quel mostro
Ne salva per pietà !)
MELCHTHAL
Ciò ch’ei fece, ognun di noi
L’oserebbe. Amici, ardir.
CORO
Amici, ardir! Amici, ardir!
RODOLFO
Ah! tremate. Il reo svelate.
MELCHTHAL
Sciagurato! questo suolo
Non è suol di delator!
RODOLFO
Quel ribaldo circondate!
E sia tratto al mio signor.
(Alcuni soldati s’impadroniscono di Melchthal;
gli altri, ricevuto l’ordine da Rodolfo,
si dispongono ad obbedirlo
invadendo le capanne all’intorno.)
Su via, struggete,
Tutto incendete,
Orma non resti
D’abitator.
Strage e rovina
Sia la lor sorte.
Lampo di morte
È il mio furor.
SOLDATI
Sì, sì, struggiamo,
Tutto incendiamo,
Orma non resti
D’abitator.
Strage e rovina
Sia la lor sorte.
Lampo di morte
È il suo furor.
JEMMY
Sì, si, struggete,
Tutto incendete,
Ma in ciel v’ha un Nume
Vendicator .
Te forse un giorno
Farà perduto
L’arco temuto
Del genitor.
EDWIGE, MELCHTHAL, PESCATORE
e CORO DI SVIZZERI
Sì, sì, struggete,
Tutto incendete,
Ma in ciel v’ha un Nume
Vendicator .
Verrà un gagliardo,
Il di cui dardo
Saprà punire
Un oppressor.
Malgrado l’opposizione de’ suoi compagni,
Melchthal è circondato e trascinato dai soldati di Rodolfo.