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Coro Koob
Il coro nasce nel Gennaio 2010 a Roma nella sede della libreria indipendente Koob (contrario di book= libro in inglese), per volontà di persone del quartiere Flaminio, amanti della lettura e della musica che desideravano un coro nella zona. Formato da dilettanti appassionati della musica e del canto, è un coro polifonico a cappella. Il repertorio è molto vario e spazia dalla musica antica del 400/500, (Giovanni Pier Luigi da Palestrina) ad autori classici (Mozart, Mendelsshon, Schubert, Verdi, Rossini), a musica etnica africana e musica popolare italiana e di tutto il mondo. Il coro vanta più di un centinaio di spettacoli nella Capitale e dintorni, tra rassegne corali concerti e veri e propri flash mob.
Durante il primo lockdown 2020 ha realizzato un progetto di coro virtuale eseguendo il Lacrimosa dal Requiem di Mozart (youtube link: https://www.youtube.com/watch?v=qqOnwHMpYF8).
Lo scorso giugno ha partecipato alla realizzazione del video di presentazione di un brano di musica contemporanea composto dal Maestro Mario Berlinguer https://m.facebook.com/groups/174895289219122/permalink/8765648240143741.
Il coro Koob ha organizzato le due edizioni della manifestazione «Cori dal comune» nella città di Palermo nel 2022 e a Roma nel 2023.
Direttore artistico e musicale: Francesca La Via
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Coro Accademia Vocale Romana (AVR)
Il coro Accademia Vocale Romana nasce nel 2010 su iniziativa del M° Lorenzo Macrì, direttore artistico e musicale dell’ensemble.
Fin dalla sua fondazione ha svolto un’intensa attività concertistica eseguendo concerti in numerose chiese e sale in tutta Italia, ottenendo consensi e riconoscimenti per l’alto livello artistico delle esecuzioni. Il repertorio conta soprattutto grandi oratori per coro e orchestra tra i quali il Magnificat di Bach, Gloria e Magnificat di Vivaldi, Requiem di Mozart, Brahms, Verdi e Faurè come anche le Messe K 427, K 220 (Spatzenmesse) e K 317 (dell’Incoronazione) di Mozart. Spesso collabora con le orchestre da camera e sinfonica Nova Amadeus e con l’orchestra Sinfonica Tiberina. Nel 2013 per il Festival di Pasqua, in occasione del concerto straordinario per i festeggiamenti del 96° compleanno di Domenico Bartolucci, si esibisce in Aula Paolo VI del Vaticano eseguendo in prima assoluta il Requiem e il Magnificat dello stesso compositore diretti dal M° Boris Brott. Oltre ai grandi oratori della tradizione classica e romantica, il coro esegue anche brani di natura contemporanea e nel 2014 ha inciso le musiche per il Padiglione Svizzero della Biennale di Architettura 2014 a Venezia. A giugno 2014 si è esibito nel teatro antico di Fiesole con “das klagende Lied” di Mahler diretto da Johanna Knauf e nello stesso anno il coro è stato invitato a cantare in Aula Paolo VI del Vaticano in occasione della udienza di Sua Santità Papa Francesco. Nel 2015, oltre all’esecuzione della messa dell’incoronazione di Mozart eseguita alla chiesa Sant’Andrea della Valle a Roma in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, ha voluto dedicare vari concerti alla coralità a cappella di brani antichi, romantici e moderni.
Successivamente ha eseguito la Petite Messe Solennelle e lo Stabat Mater di Rossini, nonché l’Halleluja di Handel.
Molto ben riuscita l’interpretazione della Messa di Requiem di Mozart, che viene spesso chiamato ad eseguire.
Direttore artistico e musicale: Lorenzo Macrì
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Coro Lirico la Fenice
Costituitosi in associazione nel 2006, sotto la conduzione artistica del Maestro Alessandro Anniballi ha partecipato ad una serie di concerti a Roma in chiese ed edifici storici con repertori di musica sacra e profana, che spaziano dal medioevo al novecento. Nel repertorio si annoverano le Messe di Franz Schubert, i “Liebeslieder Walzer” di Johannes Brahms e “Der Zigeurenbaron” di Johann Strauss; di Vivaldi il “Gloria RV589”, il “Magnificat” e “il Credo”, brani corali tratti dall’opera “Guglielmo Tell” di Gioacchino Rossini; brani sacri di Lorenzo Perosi, Franz Schubert, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Wolfgang A. Mozart e Giacomo Puccini, lo “Stabat Mater” di Franz Schubert. Ha eseguito la “Messa di Gloria” di Giacomo Puccini, la “Messa in Do maggiore” di Ludwig van Beethoven e la “Missa Brevis in B flat” di Wolfgang A. Mozart.
Riguardo agli autori contemporanei ha eseguito tre madrigali di Bruno Bettinelli, il Pater Noster di Alessandro Anniballi e l’Agnus Dei, brano inedito, di Marco Poggi.
Ha partecipato per due anni di seguito (2018, 2019) alla Rassegna dei cori lirici e polifonici per le terre del sisma del centro Italia, tenutasi all’Auditorium Varrone di Rieti.
Durante il lockdown il coro, non ha smesso la sua attività continuando gli incontri da remoto, partecipando a due Cori Virtuali e preparando l’opera “Gloria RV 588” di Vivaldi che ha eseguito il 3 luglio 2021 al Museo Etrusco di Villa Giulia durante la notte dei Musei.
Nel 2022 la direzione artistica è stata affidata al maestro Lorenzo Macrì che ha guidato il coro nell’aprile 2022 in due concerti di beneficenza: il primo presso la Chiesa Anglicana San Paolo entro le mura, in collaborazione con la Scuola Ucraina Prestigio di Roma, per esprimere solidarietà nei confronti dei profughi Ucraini e dei loro bambini accolti nella Capitale. Il secondo concerto presso la Chiesa Cristiana Avventista di piazza Vulture, in collaborazione con l’Associazione Assolei – sportello Donna, in favore delle donne vittime di violenza. In entrambi i casi sono stati eseguiti brani tratti dalle opere liriche dell’Ottocento, di Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi.
La stagione concertistica 2022 si è conclusa con l’esecuzione della “Messa dell’Incoronazione” di Mozart a Sant’Alessio all’Aventino.
Direttore artistico e musicale: Lorenzo Macrì
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JOHANNES BRAHMS – Ein deutsches Requiem
La sconfitta della morte
(introduzione e commenti ai testi di Enrica Manna)
La musica del Requiem di Johannes Brahms è ispirata ad una scelta tra i testi sacri della Bibbia: Vangeli, Epistole, Salmi, Apocalisse. Il filo conduttore dei diversi brani riguarda certo la morte, o meglio il rapporto tra la breve vita umana e l’eternità, ma si tratta della morte di coloro che vivono sicuri e si affannano vanamente nell’accumulo di beni, coloro che ignorano che la nostra carne è come l’erba e tutta la gloria terrena appassisce e si dissecca senza apportare gioia.
La gioia vera, profonda, eterna, diventa il motivo centrale ed entusiastico della maggior parte dei brani, il destino delle anime dei giusti che lodano il Signore, che sono stati pazienti nel seminare il bene ed attenderne i frutti, perseveranti nel diffondere opere buone in attesa di raggiungere le dolci dimore da cui risorgeranno con esultanza, vittoriosi e incorrotti, e nessun tormento potrà toccarli!
Il compositore interpreta le domande sardoniche di San Paolo nell’ Epistola ai Corinzi: “Morte, dov’è il tuo dardo? Tod, wo ist dein Stachel?”, “ Inferno, dov’è il tuo trionfo? Holle, wo ist dein Sieg?”, sottolineandole magistralmente con enfasi musicale, e ci consegna un’opera davvero capace, per la sua bellezza, di sconfiggere la morte.
I. Selig Sind– coro
I testi si riferiscono alla condizione dei reduci dall’esilio babilonese, evidenziata sul piano musicale da toni gravi, per affermare subito dopo un senso di consolazione e di luminosità del destino di beatitudine, come un canto di esultanza!
Selig sind, die da Leid tragen, denn sie sollen getröstet werden.
Die mit tranen saen Sie gehen hin und weinen, und tragen edlen Samen, |
Beati coloro che sopportano la sofferenza perché saranno consolati (Vangelo di San Matteo, V 4) Quelli che hanno seminato nel pianto mietano nella letizia! Nell’andare piangevano, recando il seme da gettare |
II. Den alles fleish– coro
Dura poco la vita dell’uomo sulla terra, presto si dissecca come un fiore, e tutta la sua gloria è breve. “Ma la parola del Signore resta per l’eternità”: particolarmente accentuato il tono musicale di questa frase, ad esaltare l’intensità del significato, poiché introduce il successivo Salmo di Isaia, dai toni sublimi che annunciano la gioia dei redenti e il nuovo Israele, simbolo della Chiesa.
Den alles fleish es ist wie gras und alle herrlichkeit des menschen wie des grases blumen Das gras ist verdorret und die blume abgefallen So seid nun geduldig, liebe bruder, bis auf die zukunft des Herrn Siehe, ein ackermann wartet auf die kostliche frucht der erde und ist geduldig daruber, bis er empfahe den morgenregen und abendregen So sei geduldig. Aber des Herrn wort bleibet in ewigkeit Die erloseten des Hernwerden wiederkommen |
Poiché la carne è come l’erba e tutta la gloria dell’uomo è come il fiore dell’erba L’erba si dissecca e il fiore appassisce (Epistola San Pietro, I, 24) Così dunque, cari fratelli, siate pazienti fino al ritorno del Signore Guardate il seminatore: egli attende pazientemente il prezioso frutto della terra ed è tranquillo nell’aspettare la pioggia del mattino e quella della sera. Siate pazienti (Epistola San Giacomo, V, 7) Ma la parola del Signore resta per l’eternità I redenti del Signore torneranno |
III. Herr, lehre doch mich – baritono e coro
L’incertezza dell’esilio e del proprio destino distilla accenti drammatici all’inizio del brano, ma l’uomo giusto che riflette sulla propria fragilità si rivolge al Signore e spera in Lui. “Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore e nessun tormento li tocca”. L’insistenza su questo concetto, ripetuto nella fuga da tutte le sezioni del coro, chiude il brano lasciandoci un senso di tripudio, di vittoria e felicità raggiunta.
Herr, lehre doch mich, dass ein Ende mit mir haben muss, und mein Leben ein Ziel hat, und ich davon muss. Siehe, meine Tage sind einer Hand breit von Dir, und mein Leben ist wie nichts vor Dir. Ach, wie gar nichts sind alle Menschen, die doch so sicher leben Sie gehen daher wie ein Schemen, Nun, Herr, wes soll ich mich trösten? Der Gerechten Seelen sind in Gottes Hand, |
Signore, fammi conoscere il mio destino il fine della mia vita e perché dovrò partire. Guarda i mìei giorni sono lo spazio di un istante per Te, e la mia vita è come niente per Te. Ahi Come sono nulla tutti gli uomini che vivono così sicuri. Ma essi spariranno come ombre, Ora, Signore, chi potrà consolarmi? Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore |
IV. Wie lieblich sind Deine Wohnungen – coro
Attraverso i toni lievi dell’intero brano si può percepire l’aspirazione ad una condizione di felicità e pienezza infinita, che solo le dimore del Signore possono concedere, e solo a chi è consapevole del privilegio di lodare Dio.
Wie lieblich sind Deine Wohnungen, HerrZebaoth! Meine Seele verlanget und sehnet sich Wohl denen, die in deinem Hause wohnen, |
Quanto amabili sono le tue dimore o Signore delle schiere! La mia anima langue e sospira Beati coloro che stanno nella tua casa |
V. Ihr habt nun Traurigkeit – soprano e coro
Una grande consolazione è promessa a chi soffre fatiche e dolori, “Io vi consolerò, come soltanto una madre può consolare suo figlio”. L’evocazione della figura di una madre percorre e addolcisce tutto il brano attraverso gli interventi del Coro, in dialogo con la soprano solista.
Ihr habt nun Traurigkeit; aber ich will euch wiedersehen,
und euer Herz soll sich freuen, Ich will euch trösten, Sehet mich an: |
Così ora siete nella tristezza, ma io vi rivedrò ancora,
e ne gioirà il vostro cuore Io vi consolerò Guardatemi: |
VI. Denn wir haben – baritono e coro
All’iniziale atmosfera di mistero e ricerca segue la rivelazione della verità: nonmorremo tutti ma i giusti risorgeranno incorrotti, quando si compirà la Parola che fu scritta. Molto intenso e ispirato il tono delle Epistole di San Paolo agli Ebrei e ai Corinzi, come la frase finale tratta dall’Apocalisse, sottolineata dall’enfasi musicale della fuga: “Sei degno di ricevere gloria, onore e potenza, Signore, poiché dal nulla tutto hai creato e con la tua volontà hai dato a tutto essenza e vita”.
Denn wir haben hie keine bleibende Statt sondern die zukünftige suchen wir
Siehe, ich sage euch in Geheimnis: Denn es wird die Posaune schallen Dann wird erfüllet werden das Wort, das geschrieben steht Herr, du bist würdig zu nehmen Preis und Ehre und Kraft, |
Non abbiamo quaggiù una dimora definitiva, ma siamo in cerca di quella futura (Ep. agli Ebrei XIII, 14) Ora vi svelo un gran mistero: Poiché quando squillerà la tromba Allora si compirà la parola che fu scritta Signore, Tu sei degno di ricevere gloria, onore e potenza,
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VII. Selig sind die Toten – coro
La condizione di beatitudine richiama l’inizio del Requiem, e la perfetta armonia dell’ultimo brano conclude un percorso di meditazione alla ricerca di una pace a cui tutta l’umanità dovrebbe avidamente aspirare.
Selig sind die Toten, die in dem Herrn sterben, von nun an Ja, der Geist spricht, dass sie ruhen von ihrer Arbeit; denn ihre Werke folgen ihnen nach
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Beati i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, affinché riposino dalla loro fatica; poiché le loro opere li seguiranno (Apocalisse XIV, 13) |
GUSTAV MAHLER – Sinfonia nr.5 Adagietto
Il mondo è un eterno presente
(commento di Enrica Manna)
L’Adagietto di Mahler è stato inserito nella colonna sonora del film “La morte a Venezia” nel 1971, dal regista Luchino Visconti, il quale ha identificato, nella finzione scenica, lo stesso Mahler con von Aschenbach, il protagonista del romanzo di Thomas Mann, trasformandolo da scrittore in musicista.
Come sappiamo, Mahler accompagna la sua opera artistica con riflessioni teoriche ed una incessante elaborazione di un suo ideale di musica.
Così si esprimeva in un dialogo avvenuto nel 1900, al tempo della composizione della Quinta Sinfonia: “Gli uomini credono sempre che la natura stia alla superficie! Per certo questo è vero se si considera la sua parte esteriore. Ma non ne hanno visto neppure le tracce coloro che non hanno, di fronte ad essa, provato tutti i brividi dell’infinito, di un infinito mistero, di un’infinita divinità, che noi avvertiamo al di qua della soglia della sensibilità, ma non sappiamo comprendere e non sappiamo penetrare…Una traccia di questo infinito della natura deve esistere in ogni opera d’arte, che deve essere una copia della natura”.
Il brano intitolato Adagietto corrisponde al Quarto movimento della Quinta Sinfonia, unico brano ad essere eseguito soltanto da archi ed arpa, nella forma di Romanza, e riprende la melodia dell’ultima parte del Lied Ich bin der Welt abhanden gekommen (Sono ormai perduto al mondo) che riportiamo:
Ich bin gestorben dem Weltgetummel | Sono morto al frastuono del mondo, |
Und ruh’ in einem stillen Gebiet! | E riposo in un posto silenzioso! |
Ich leb allein in meinem Himmel | Vivo solo nel mio cielo |
In meinem Lieben in meinem Lied! | nel mio amore, nel mio canto! |