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SOPRANO

Germana Cecconi
Anne Colbeck
Enrica Fiori
Maria G. Nardone
Cinzia Novallet
Valeria Tavanti
ALTO

Carla Carrì
Sophie Henderson
Luisa Lagravinese
Patrizia Vilardo
 

TENORE

Roberto Capocaccia
Romolo Falasca
Alessio Paoletti
 

BASSO

Maurizio Bracci
Enzo Capocaccia
Gianni Grita
Marco Imperi
Massimo Varricchio

Coro Koob

Il coro nasce nel Gennaio 2010 a Roma nella sede della libreria indipendente Koob (contrario di book= libro in inglese), per volontà di persone del quartiere Flaminio, amanti della lettura e della musica che desideravano un coro nella zona. Formato da dilettanti appassionati della musica e del canto, è un coro polifonico a cappella. Il repertorio è molto vario e spazia dalla musica antica del 400/500, (Giovanni Pier Luigi da Palestrina) ad autori classici (Mozart, Mendelsshon, Schubert, Verdi, Rossini), a musica etnica africana e musica popolare italiana e di tutto il mondo. Il coro vanta più di un centinaio di spettacoli nella Capitale e dintorni, tra rassegne corali concerti e veri e propri flash mob.

Durante il primo lockdown 2020 ha realizzato un progetto di coro virtuale eseguendo il Lacrimosa dal Requiem di Mozart (youtube link: https://www.youtube.com/watch?v=qqOnwHMpYF8).

Lo scorso giugno ha partecipato alla realizzazione del video di presentazione di un brano di musica contemporanea composto dal Maestro Mario Berlinguer https://m.facebook.com/groups/174895289219122/permalink/8765648240143741.

Il coro Koob ha organizzato le due edizioni della manifestazione «Cori dal comune» nella città di Palermo nel 2022 e a Roma nel 2023.

 

Direttore artistico e musicale: Francesca La Via

SOPRANO

Francesca Berlinguer
Maria Pia De Lorenzo
Eleonora Fioravanti
Daniela Fois
Annamaria Galeone
Laura Inzoli
Alessandra Marzollo
Florinda Paparo
Maria Vittoria Pitolli
Giulia Zanchini
ALTO

Lucia Collarile
Silvia Fabiani
Luisa La Via
Paola Lanza
Claudia Lupari
Marta Nicoletti Alt.
Olga Romano
Sabina Spatafora
Laura Tonda
 

TENORE

Sebastiano Alemà
Raffaele Bertini
Marco Carsetti
Adolfo Consiglio
Lavinia Cozza
Maurizio Grossi
Francesca La Via
Fabio Sabetta
Piermichele Sansone
Pierluigi Tiriticco
 

BASSO

Luca Borsari
Antonio Canistrà
Giammichele De Maio
Sergio Natale
Marco Papa
Giuseppe Perlin
Renato Piccinin
Luca Pinucci
Luciano Pollice
Andrea Rossi Esp.

Coro Accademia Vocale Romana (AVR)

Il coro Accademia Vocale Romana nasce nel 2010 su iniziativa del M° Lorenzo Macrì, direttore artistico e musicale dell’ensemble.
Fin dalla sua fondazione ha svolto un’intensa attività concertistica eseguendo concerti in numerose chiese e sale in tutta Italia, ottenendo consensi e riconoscimenti per l’alto livello artistico delle esecuzioni. Il repertorio conta soprattutto grandi oratori per coro e orchestra tra i quali il Magnificat di Bach, Gloria e Magnificat di Vivaldi, Requiem di Mozart, Brahms, Verdi e Faurè come anche le Messe K 427, K 220 (Spatzenmesse) e K 317 (dell’Incoronazione) di Mozart. Spesso collabora con le orchestre da camera e sinfonica Nova Amadeus e con l’orchestra Sinfonica Tiberina. Nel 2013 per il Festival di Pasqua, in occasione del concerto straordinario per i festeggiamenti del 96° compleanno di Domenico Bartolucci, si esibisce in Aula Paolo VI del Vaticano eseguendo in prima assoluta il Requiem e il Magnificat dello stesso compositore diretti dal M° Boris Brott. Oltre ai grandi oratori della tradizione classica e romantica, il coro esegue anche brani di natura contemporanea e nel 2014 ha inciso le musiche per il Padiglione Svizzero della Biennale di Architettura 2014 a Venezia. A giugno 2014 si è esibito nel teatro antico di Fiesole con “das klagende Lied” di Mahler diretto da Johanna Knauf e nello stesso anno il coro è stato invitato a cantare in Aula Paolo VI del Vaticano in occasione della udienza di Sua Santità Papa Francesco. Nel 2015, oltre all’esecuzione della messa dell’incoronazione di Mozart eseguita alla chiesa Sant’Andrea della Valle a Roma in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, ha voluto dedicare vari concerti alla coralità a cappella di brani antichi, romantici e moderni.

Successivamente ha eseguito la Petite Messe Solennelle e lo Stabat Mater di Rossini, nonché l’Halleluja di Handel.

Molto ben riuscita l’interpretazione della Messa di Requiem di Mozart, che viene spesso chiamato ad eseguire.

 

 

Direttore artistico e musicale: Lorenzo Macrì

SOPRANO

Paola Achilli
Sonia Di Carlo
M.Graziella Lo Sardo
Tiziana Pelagatti
Alessandra Pepoli
Elena Plances
Veronica Santori
M.Gabriella Scarpino
M.Grazia Tassini

 

ALTO

Maria Baldassarri
Giulia Barbiero
Daniela Giaimo
Corinna Hoppe
Erminia Licitri
Giorgia Martino
Antonella Milozzi
Loretta Moretti
Benedetta Orlandi C.
Francesca Pedullà
Melissa Piacentini
Rubina M. Picca
 

TENORE

Fabrizio Bernardo
Anna Kohn
Andrea Lasorsa
Vito Plances
Ivano Rossi
Galliano Speri
Sergio Tombesi
 BASSO

Claudio Argentieri F.
Antonio Baroncelli
Ugo Borrelli
Marco Lombardi
Luigi Macrì
Daniele Moretti

Coro Lirico la Fenice

Costituitosi in associazione nel 2006, sotto la conduzione artistica del Maestro Alessandro Anniballi ha partecipato ad una serie di concerti a Roma in chiese ed edifici storici con repertori di musica sacra e profana, che spaziano dal medioevo al novecento. Nel repertorio si annoverano le Messe di Franz Schubert, i “Liebeslieder Walzer” di Johannes Brahms e “Der Zigeurenbaron” di Johann Strauss; di Vivaldi il “Gloria RV589”, il “Magnificat” e “il Credo”, brani corali tratti dall’opera “Guglielmo Tell” di Gioacchino Rossini; brani sacri di Lorenzo Perosi, Franz Schubert, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Wolfgang A. Mozart e Giacomo Puccini, lo “Stabat Mater” di Franz Schubert. Ha eseguito la “Messa di Gloria” di Giacomo Puccini, la “Messa in Do maggiore” di Ludwig van Beethoven e la “Missa Brevis in B flat” di Wolfgang A. Mozart.
Riguardo agli autori contemporanei ha eseguito tre madrigali di Bruno Bettinelli, il Pater Noster di Alessandro Anniballi e l’Agnus Dei, brano inedito, di Marco Poggi.

Ha partecipato per due anni di seguito (2018, 2019) alla Rassegna dei cori lirici e polifonici per le terre del sisma del centro Italia, tenutasi all’Auditorium Varrone di Rieti.
Durante il lockdown il coro, non ha smesso la sua attività continuando gli incontri da remoto, partecipando a due Cori Virtuali e preparando l’opera “Gloria RV 588” di Vivaldi che ha eseguito il 3 luglio 2021 al Museo Etrusco di Villa Giulia durante la notte dei Musei.

Nel 2022 la direzione artistica è stata affidata al maestro Lorenzo Macrì che ha guidato il coro nell’aprile 2022 in due concerti di beneficenza: il primo presso la Chiesa Anglicana San Paolo entro le mura, in collaborazione con la Scuola Ucraina Prestigio di Roma, per esprimere solidarietà nei confronti dei profughi Ucraini e dei loro bambini accolti nella Capitale. Il secondo concerto presso la Chiesa Cristiana Avventista di piazza Vulture, in collaborazione con l’Associazione Assolei – sportello Donna, in favore delle donne vittime di violenza. In entrambi i casi sono stati eseguiti brani tratti dalle opere liriche dell’Ottocento, di Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi.
La stagione concertistica 2022 si è conclusa con l’esecuzione della “Messa dell’Incoronazione” di Mozart a Sant’Alessio all’Aventino.

Direttore artistico e musicale: Lorenzo Macrì

SOPRANO

Marilena Amoroso
Laura Balvetti
Paola Castagna
Anna M.ria Colombo
Eva Furst
Maria Rita Lo Muzio
Carla Persichetti
Estela N. Sokolowicz
Federica Taravacci
Daniela Toti
Monica Zerboni
ALTO

Elisabetta Aprile
Ana María Arenas
Silvana Azzu
Rossana Camia
Gaetana Cognetti
Rosaria Capello
Maria Carmela De Padova
Gabriella Delaimo
Adele Iannantuoni
Emanuela Liberati
Rossana Malizia
Enrica Manna
Rita Mencherini
Luisa Maria Ragone
Teresa Ricketts
Marina Schiavone
Cassandra Tamponi
Annarita Zamparini
TENORE

Achille Barletta
Carlo Dusmet
Francesco Lioci
Mauro Masotti
Fabio Pasquali
 

BASSO

Emanuele Bruscia
Carlo Caputo
Mario D’Anna
Emmanuel Fullerton Martínez
Antonino Gurgone
Luciano Martini

JOHANNES BRAHMS – Ein deutsches Requiem

La sconfitta della morte

(introduzione e commenti ai testi di Enrica Manna)

 

La musica del Requiem di Johannes Brahms è ispirata ad una scelta tra i testi sacri della Bibbia: Vangeli, Epistole, Salmi, Apocalisse. Il filo conduttore dei diversi brani riguarda certo la morte, o meglio il rapporto tra la breve vita umana e l’eternità, ma si tratta della morte di coloro che vivono sicuri e si affannano vanamente nell’accumulo di beni, coloro che ignorano che la nostra carne è come l’erba e tutta la gloria terrena appassisce e si dissecca senza apportare gioia.

La gioia vera, profonda, eterna, diventa il motivo centrale ed entusiastico della maggior parte dei brani, il destino delle anime dei giusti che lodano il Signore, che sono stati pazienti nel seminare il bene ed attenderne i frutti, perseveranti nel diffondere opere buone in attesa di raggiungere le dolci dimore da cui risorgeranno con esultanza, vittoriosi e incorrotti, e nessun tormento potrà toccarli!

Il compositore interpreta le domande sardoniche di San Paolo nell’ Epistola ai Corinzi: “Morte, dov’è il tuo dardo? Tod, wo ist dein Stachel?”, “ Inferno, dov’è il tuo trionfo? Holle, wo ist dein Sieg?”, sottolineandole magistralmente con enfasi musicale, e ci consegna un’opera davvero capace, per la sua bellezza, di sconfiggere la morte.

 

 

I. Selig Sindcoro

 I testi si riferiscono alla condizione dei reduci dall’esilio babilonese, evidenziata sul piano musicale da toni gravi, per affermare subito dopo un senso di consolazione e di luminosità del destino di beatitudine, come un canto di esultanza!

 

Selig sind, die da Leid tragen,                          denn sie sollen getröstet werden.

Die mit tranen saen
werden mit freuden ernten

Sie gehen hin und weinen, und tragen edlen Samen,
und kommen mit Freuden und bringen ihre Garben.

Beati coloro che sopportano la sofferenza
perché saranno consolati
(Vangelo di San Matteo, V 4)

 Quelli che hanno seminato nel pianto mietano nella letizia!

Nell’andare piangevano, recando il seme da gettare
vengano ora cantando, nel portare i loro covoni
(Salmo CXXVI, 5-6)

 

II. Den alles fleishcoro

 Dura poco la vita dell’uomo sulla terra, presto si dissecca come un fiore, e tutta la sua gloria è breve. “Ma la parola del Signore resta per l’eternità”: particolarmente accentuato il tono musicale di questa frase, ad esaltare l’intensità del significato, poiché introduce il successivo Salmo di Isaia, dai toni sublimi che annunciano la gioia dei redenti e il nuovo Israele, simbolo della Chiesa.

 

Den alles fleish es ist wie gras
und alle herrlichkeit des menschen wie des grases blumen
Das gras ist verdorret und die blume abgefallen

So seid nun geduldig, liebe bruder, bis auf die zukunft des Herrn

Siehe, ein ackermann wartet auf die kostliche frucht der erde

und ist geduldig daruber, bis er empfahe den morgenregen und abendregen

So sei geduldig.

Aber des Herrn wort bleibet in ewigkeit

Die erloseten des Hernwerden wiederkommen
und gen Zion kommen mit jauchzen;
freude, ewige freude, wird uber ihrem haupte sein;
freude und wonne werden sie ergreifen,
und schmerz und seufzen wird weg mussen

Poiché la carne è come l’erba
e tutta la gloria dell’uomo è come il fiore dell’erba
L’erba si dissecca e il fiore appassisce
(Epistola San Pietro, I, 24)

 Così dunque, cari fratelli, siate pazienti fino al ritorno del Signore

 Guardate il seminatore: egli attende pazientemente il prezioso frutto della terra

 ed è tranquillo nell’aspettare la pioggia del mattino e quella della sera.

 Siate pazienti (Epistola San Giacomo, V, 7)

 Ma la parola del Signore resta per l’eternità
(Epistola San Pietro I,24)

I redenti del Signore torneranno
e saliranno verso Sion, con possenti grida di gioia;
gioia, gioia eterna scenderà sul loro capo;
avranno gioia ed esultanza,
e dolore e tristezza spariranno
(Isaia, XXXV,10)

 

III. Herr, lehre doch mich baritono e coro

 L’incertezza dell’esilio e del proprio destino distilla accenti drammatici all’inizio del brano, ma l’uomo giusto che riflette sulla propria fragilità si rivolge al Signore e spera in Lui. “Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore e nessun tormento li tocca”. L’insistenza su questo concetto, ripetuto nella fuga da tutte le sezioni del coro, chiude il brano lasciandoci un senso di tripudio, di vittoria e felicità raggiunta.

 

Herr, lehre doch mich, dass ein
Ende mit mir haben muss, und mein Leben ein Ziel hat, und ich davon muss.
Siehe, meine Tage sind einer Hand breit von Dir,
und mein Leben ist wie nichts vor Dir.

Ach, wie gar nichts sind alle Menschen, die doch so sicher leben

Sie gehen daher wie ein Schemen,
und machen ihnen viel vergebliche Unruhe:
sie sammeln und wissen nicht, wer es kriegen wird.

Nun, Herr, wes soll ich mich trösten?
Ich hoffe auf Dich.

Der Gerechten Seelen sind in Gottes Hand,
und keine Qual rühret sie an.

Signore, fammi conoscere il mio destino
il fine della mia vita e perché dovrò partire.
Guarda i mìei giorni sono lo spazio di un istante per Te,
e la mia vita è come niente per Te.

Ahi Come sono nulla tutti gli uomini che vivono così sicuri.

Ma essi spariranno come ombre,
e tutto il loro affannarsi sarà stato vano:
poiché essi accumulano, ma non sanno chi ne approfitterà.

Ora, Signore, chi potrà consolarmi?
lo spero in Te (Salmo XXXIX, 5-8)

 Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore
e nessun tormento li tocca
(Libro della Sapienza III,1)

 

IV. Wie lieblich sind Deine Wohnungen – coro

 Attraverso i toni lievi dell’intero brano si può percepire l’aspirazione ad una condizione di felicità e pienezza infinita, che solo le dimore del Signore possono concedere, e solo a chi è consapevole del privilegio di lodare Dio.

 

Wie lieblich sind Deine Wohnungen,
HerrZebaoth!

Meine Seele verlanget und sehnet sich
nach den Vorhöfen des Herrn;
mein Leib und Seele freuen sich
in dem lebendigen Gott

Wohl denen, die in deinem Hause wohnen,
die loben dich immerdar

Quanto amabili sono le tue dimore
o Signore delle schiere!

 La mia anima langue e sospira
nel desiderio del Signore
il mio cuore e la mia carne
vivono lodando il Signore 

Beati coloro che stanno nella tua casa
e continuano a lodarti!
(Salmo LXXXIV, 2-3-5)

V. Ihr habt nun Traurigkeit – soprano e coro

 

Una grande consolazione è promessa a chi soffre fatiche e dolori, “Io vi consolerò, come soltanto una madre può consolare suo figlio”. L’evocazione della figura di una madre percorre e addolcisce tutto il brano attraverso gli interventi del Coro, in dialogo con la soprano solista.

 

Ihr habt nun Traurigkeit; aber ich will euch wiedersehen,

und euer Herz soll sich freuen,
und eure Freude soll niemand von euch nehmen

Ich will euch trösten,
wie einen seine Mutter tröstet

Sehet mich an:
ich habe eine kleine Zeit Mühe und Arbeit gehabt
und habe grossen Trost gefunden

Così ora siete nella tristezza, ma io vi rivedrò ancora,

e ne gioirà il vostro cuore
e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia
(Vangelo San Giovanni XVI, 22)

Io vi consolerò
come una madre consola suo figlio
(Isaia LXVI, 13)

 Guardatemi:
per voi volli provare pene, fatiche e dolori
ed ora ho trovato grande consolazione
(Siracide LI, 35)

 

 


VI. Denn wir haben – baritono e coro

 

All’iniziale atmosfera di mistero e ricerca segue la rivelazione della verità: nonmorremo tutti ma i giusti risorgeranno incorrotti, quando si compirà la Parola che fu scritta. Molto intenso e ispirato il tono delle Epistole di San Paolo agli Ebrei e ai Corinzi, come la frase finale tratta dall’Apocalisse, sottolineata dall’enfasi musicale della fuga: “Sei degno di ricevere gloria, onore e potenza, Signore, poiché dal nulla tutto hai creato e con la tua volontà hai dato a tutto essenza e vita”.

 

 Denn wir haben hie keine bleibende Statt sondern die zukünftige suchen wir

Siehe, ich sage euch in Geheimnis:
wir werden nicht alle entschlafen, aber alle verwandelt werden;
und dasselbige plötzlich in einem Augenblick, zu der Zeit der letzten Posaune

Denn es wird die Posaune schallen
und die Toten werden auferstehen unverweslich
und wir werden verwandelt werden

Dann wird erfüllet werden das Wort, das geschrieben steht
Der Tod ist verschlungen in den Sieg
Tod, wo ist dein Stachel?
Hölle, wo ist dein Sieg?

Herr, du bist würdig zu nehmen Preis und Ehre und Kraft,
denn du hast alle Dinge erschaffen und durch deinen Willen haben sie das Wesen und sind geschaffen

Non abbiamo quaggiù una dimora definitiva, ma siamo in cerca di quella futura
(Ep. agli Ebrei XIII, 14)

 Ora vi svelo un gran mistero:
non morremo tutti, ma saremo tutti trasformati
 in un batter d’occhio,
al suono 
dell’ultima tromba

Poiché quando squillerà la tromba
i morti risorgeranno incorrotti
e noi saremo trasformati

Allora si compirà la parola che fu scritta
La morte è stata sconfitta
Morte, dov’è il tuo dardo?
Inferno, dov’è il tuo trionfo?
(Ep. I San Paolo ai Corinzi XV, 51-52-54-55)

Signore, Tu sei degno di ricevere gloria, onore e potenza,
 poiché dal nulla tutto hai creato e con la tua volontà hai dato a tutto essenza e vita
(Apocalisse IV, 11)

 

 

 

 

VII. Selig sind die Toten – coro

 

La condizione di beatitudine richiama l’inizio del Requiem, e la perfetta armonia dell’ultimo brano conclude un percorso di meditazione alla ricerca di una pace a cui tutta l’umanità dovrebbe avidamente aspirare.

 

Selig sind die Toten, die in dem Herrn sterben, von nun an
Ja, der Geist spricht, dass sie ruhen von ihrer Arbeit; denn ihre Werke folgen ihnen nach

 

 Beati i morti che muoiono nel Signore.
 Sì, dice lo Spirito, affinché riposino dalla loro fatica;
 poiché le loro opere li seguiranno
(Apocalisse XIV, 13)

GUSTAV MAHLER – Sinfonia nr.5 Adagietto

Il mondo è un eterno presente

(commento di Enrica Manna)

 L’Adagietto di Mahler è stato inserito nella colonna sonora del film “La morte a Venezia” nel 1971, dal regista Luchino Visconti, il quale ha identificato, nella finzione scenica, lo stesso Mahler con von Aschenbach, il protagonista del romanzo di Thomas Mann, trasformandolo da scrittore in musicista.
Come sappiamo, Mahler accompagna la sua opera artistica con riflessioni teoriche ed una incessante elaborazione di un suo ideale di musica.
Così si esprimeva in un dialogo avvenuto nel 1900, al tempo della composizione della Quinta Sinfonia: “Gli uomini credono sempre che la natura stia alla superficie! Per certo questo è vero se si considera la sua parte esteriore. Ma non ne hanno visto neppure le tracce coloro che non hanno, di fronte ad essa, provato tutti i brividi dell’infinito, di un infinito mistero, di un’infinita divinità, che noi avvertiamo al di qua della soglia della sensibilità, ma non sappiamo comprendere e non sappiamo penetrare…Una traccia di questo infinito della natura deve esistere in ogni opera d’arte, che deve essere una copia della natura”.
Il brano intitolato Adagietto corrisponde al Quarto movimento della Quinta Sinfonia, unico brano ad essere eseguito soltanto da archi ed arpa, nella forma di Romanza, e riprende la melodia dell’ultima parte del Lied Ich bin der Welt abhanden gekommen (Sono ormai perduto al mondo) che riportiamo:

Ich bin gestorben dem Weltgetummel Sono morto al frastuono del mondo,
Und ruh’ in einem stillen Gebiet! E riposo in un posto silenzioso!
Ich leb allein in meinem Himmel Vivo solo nel mio cielo
In meinem Lieben in meinem Lied! nel mio amore, nel mio canto!

Mozart – Idomeneo – O voto tremendo!

 

Coro 2

Oh voto tremendo! file_pdf

soprani

contralti

tenori

bassi