Il mondo è un eterno presente
(commento di Enrica Manna)
L’Adagietto di Mahler è stato inserito nella colonna sonora del film “La morte a Venezia” nel 1971, dal regista Luchino Visconti, il quale ha identificato, nella finzione scenica, lo stesso Mahler con von Aschenbach, il protagonista del romanzo di Thomas Mann, trasformandolo da scrittore in musicista.
Come sappiamo, Mahler accompagna la sua opera artistica con riflessioni teoriche ed una incessante elaborazione di un suo ideale di musica.
Così si esprimeva in un dialogo avvenuto nel 1900, al tempo della composizione della Quinta Sinfonia: “Gli uomini credono sempre che la natura stia alla superficie! Per certo questo è vero se si considera la sua parte esteriore. Ma non ne hanno visto neppure le tracce coloro che non hanno, di fronte ad essa, provato tutti i brividi dell’infinito, di un infinito mistero, di un’infinita divinità, che noi avvertiamo al di qua della soglia della sensibilità, ma non sappiamo comprendere e non sappiamo penetrare…Una traccia di questo infinito della natura deve esistere in ogni opera d’arte, che deve essere una copia della natura”.
Il brano intitolato Adagietto corrisponde al Quarto movimento della Quinta Sinfonia, unico brano ad essere eseguito soltanto da archi ed arpa, nella forma di Romanza, e riprende la melodia dell’ultima parte del Lied Ich bin der Welt abhanden gekommen (Sono ormai perduto al mondo) che riportiamo:
Ich bin gestorben dem Weltgetummel | Sono morto al frastuono del mondo, |
Und ruh’ in einem stillen Gebiet! | E riposo in un posto silenzioso! |
Ich leb allein in meinem Himmel | Vivo solo nel mio cielo |
In meinem Lieben in meinem Lied! | nel mio amore, nel mio canto! |